Ascoltare il silenzio
“Al principio dei flagelli e quando sono terminati, si fa sempre un po’ di retorica. Nel primo caso l’abitudine non è ancora perduta, e nel secondo è ormai tornata. Soltanto nel momento della sventura ci si abitua alla verità, ossia al silenzio”
(da La Peste di Albert Camus)
Abituati a un mondo in cui siamo continuamente bersagliati e sommersi da mille rumori, notizie, bollettini, social, televisioni e da una musica costante che non ci lascia in pace nemmeno nei bar, nei supermercati, in macchina, al lavoro, dal dentista… è ora il tempo in cui far spazio al silenzio.
Il silenzio può far paura perché, soprattutto noi occidentali, siamo stati abituati a percepirlo come sintomo di un’incapacità a comunicare. Ci hanno insegnato che è qualcosa che fa sentire diversi, isolati, qualcosa di cui vergognarsi e di cui avere paura.
Eppure non solo nel silenzio noi scopriamo nuovi modi di comunicare, probabilmente più sinceri e profondi, ma possiamo anche imparare ad ascoltare il nostro corpo e capire di cosa ha veramente bisogno.
E’ possibile dare uno spazio al silenzio? John Cage se l’era domandato quasi 70 anni fa e nella sua ricerca aveva scoperto che il silenzio non può esistere, perché qualsiasi forma di vita produce suono. In una stanza completamente insonorizzata, convinto di poter finalmente ascoltare il silenzio, egli si rende invece conto di sentire due rumori e scopre che sono quelli del suo sistema nervoso e di quello circolatorio. Ed è sopra questo silenzio che scriverà la più grande e rivoluzionaria opera musicale mai realizzata: uno spartito completamente vuoto, 4’33’’ di puro silenzio, uno spazio bianco in cui esser finalmente da soli col rumore della nostra vita.
In questo periodo di forzato isolamento, proviamo ad ascoltare il silenzio e a sperimentare la forza e la bellezza che esso ci insegna.
Performance di William Marx “John Cage’s 4’33”:
https://www.youtube.com/watch?v=JTEFKFiXSx4
Buone silenziose scoperte a tutti noi!